La torre eterea

Salerno, IT

Design team: Giuliana Sibilia, Giuseppe Vultaggio

Structural engineer: Gianluca Vultaggio

I perimetri del “belvedere alto” e del “belvedere basso”, definiti dal bando di concorso, sono dislocati su un sito in forte pendenza (ca 18 m di dislivello nel primo caso, ca 8 m nel secondo). La scelta progettuale è stata quella di assecondare il pendio, il più possibile, evitando eccessivi spostamenti di terra e forti alterazioni del paesaggio naturale attuale. Il modo in cui ci si propone di far fronte a questa istanza è il tradizionale sistema del terrazzamento, largamente utilizzato in zona, specialmente lungo i pendii della Costiera Amalfitana, per permettere un uso agricolo dei terreni. Questo paesaggio agrario storico, che sin all’Alto Medioevo è stato parte integrante della costa salernitana, permetteva l’utilizzo per gravità delle acque che venivano intercettate in altura e indirizzate attraverso le scalette e le vasche di raccolta verso i ripiani successivi. Pur non avendo come fine la coltura del sito, di questa complessa tecnica costruttiva, si vuole soprattutto riproporre la qualità estetica e di integrazione con il paesaggio, di cui è dotata. Nel caso del belvedere alto, più ripido, si prevede di alternare terrazzamenti, a 2 metri e a 1 metro di dislivello, tramite muri di sostegno in cemento, successivamente rivestiti in pietra naturale locale, in modo da simulare i tradizionali muri a secco, detti localmente‘macere’. Nel caso del belvedere basso, il dislivello delle singole terrazze, dette anche ‘piazzole’, sarà di un metro. La definizione variabile dei dislivelli, è unicamente dettata dall’intento di assecondare il più possibile la pendenza esistente, nel rispetto del sito, evitando, inoltre, di creare volumi di terreno di risulta, il cui trasporto a luoghi idonei costituirebbe un ulteriore costo. Si prevede di raccordare i suddetti livelli tramite rampe con pendenza dell’8 %, in modo da consentire un percorso continuo ai i fruitori del parco, accessibile anche ai disabili. L’introduzione, talvolta, di gradonate, a mò di spalti, tra un terrazzamento e l’altro, anch’esse ricoperte da manto erboso, contribuisce a definire l’immagine di grande anfiteatro, rivolto verso il mare, che si vuole conferire al parco. I terrazzamenti saranno completamente ricoperti dalla vegetazione locale (prevalentemente castagni e altri alberi da frutta). Si prevedono soltanto due terrazze panoramiche pavimentate, (a quota 189.00 m nel belvedere alto e a quota 114.00 m nel belvedere basso), dove si ipotizza di collocare strutture leggere di ombreggiamento in legno lamellare per eventuali attività commerciali o di ristoro per i visititatori. La scelta di un materiale naturale quale legno, vuole alleggerire l’intervento in un contesto di tale valenza naturalistica, simulando al tempo stesso le classiche pertiche in legno, qui spesso utilizzate per il sostegno delle piante di limone. Quanto al materiale per la pavimentazione, si propone una classica pietra “del Cilento”, nel suo colore naturale,segata ai quattro lati per una composizione regolare. In un’ottica più ampia di sistemazione del parco, l’idea è di di individuare altri punti di osservazione dove collocare terrazze panoramiche, luoghi di sosta di una rete di percorsi, che si diramano nel parco (come suggerito dallo schema di masterplan). Al fine di rendere il meno invasivo possibile l’intervendo, i collegamenti tra le suddette terrazze sono Castagni locali Pietra del Cilento Belvedere basso Belvedere alto Antenna immaginati come percorsi sopraelevati, ponti leggeri in legno di larghezza 1.50 m, che si insinuano nella fitta vegetazione senza comportare spostamenti di terreno e modifiche sul naturale pendio. I due belvedere si inseriscono nel quadro descritto, come le 2 principali aree di sosta e di osservazione, connesse tra loro e con le altre terrazze panoramiche, tramite i ponti. TORRE ETEREA Sin dall’antichità le torri, edifici dalle ridotte dimensioni planimetriche che si elevano verso il cielo, per il loro valore fortemente simbolico e rappresentativo, hanno acquisito significati che vanno ben oltre gli aspetti estetico-funzionali tipici dell’architettura. Le prime torri sono state realizzate in epoca romana ed avevano la funzione di punto di osservazione lungo le fortificazioni. La loro maggiore diffusione si è avuta in epoca medievale, in cui venivano realizzate come residenze gentilizie fortificate. Successivamente la loro costruzione è continuata fino ai nostri giorni con le più disparate funzioni. Questi edifici dalle forme affusolate sono usati come osservatori, campanili, minareti, orologi, torri del vento, fari e tanti altri usi, e in tutti i casi hanno l’ambizione di andare oltre la loro funzione e di segnare il territorio, dialogare con paesaggi non prossimi al loro punto di edificazione e trasformarsi in icone rappresentative di un territorio. In queste riflessioni è la genesi dell’idea progettuale per un’antenna-landmark per la città di Salerno, un elemento verticale che si stacca da colle Bellaria, che non deve solo contenere le antenne di circa 70 emittenti televisive, ma deve rappresentare una città contemporanea che ha come sue proprietà intrinseche l’innovazione ed il dinamismo. La proposta progettuale può essere sintetizzata come un segno etereo ed evanescente, che vuole caratterizzare la vista panoramica della città, ma senza imporsi con violenza sul paesaggio: Una “Torre Eterea”, alta 90 metri, che è costituita da una sequenza di piani circolari a raggio variabile collegati da una scala in acciaio per gli addetti alla manutenzione, ed una struttura di puntoni a reticolo che si avvitano intorno ad all’asse centrale. La soluzione tecnologico-strutturale proposta consente di non avere elementi portanti di grandi dimensioni e di ridurre al minimo l’impatto visivo; la torre, infatti, è sorretta da un fascio di puntoni circolari dal diametro 198 mm. L’immagine che si vuole emulare è rintracciabile in natura, nelle forme intricate delle ragnatele o dei rovi, trame fitte, ma permeabili. La configurazione notturna è caratterizzate da tre nastri di luce che percorrono l’intero traliccio, lungo tre linee di tensione: in questo modo si mette in evidenza solo il dinamismo della geometria elicoidale della struttura, lasciando in ombra i piani orizzontali di forma circolare, i percorsi verticali e le antenne. Nella sua veste notturna l’antenna apparirà con un fulmine….